lunedì 29 settembre 2014

PER NON DIMENTICARE: 28 SETTEMBRE 1922

Ci sono momenti nei qiali mi sento piu vicina al passato di altri, forse dipende da stati d'animo particolari o da semplici empatie. Così, ieri, mi sono ritrovata a pensare ai miei noinni e a quello che ha rappresentato per loro, e non solo, la giornata del 28 settembre 1922, esattamente 92 anni fa.
Alle tre di notte, gli abitanti del mio paese dormivano, accoccolati sotto le looro coperte, come si fa quando fuori impervia un temporale e ci si sente al sicuro nel proprio letto ed è ancora più dolce il riposare, all'improvviso scoppiò l'inferno, si videro precipitare addosso la fine del mondo, un fulmine aveva colpito una polveriera sulla collina e l'onda d'urto che si creò rese l'atmosfera del piccolo borgo sottostante incandescente, sradicò albei, distrusse e scoperchiò case e fece piovere sul paese sassi enormi, dal diametro di decine e decine di metri, con una violenza tale da creare voragini sul terreno. Persero la vita centinaia di persone, mia nonna mi raccontava spesso che dormiva accanto alla sua nipotina, figlia di sua sorella di sua sorella, nel letto matrimoniale quando un macigno piombò sul tetto, dividendolo esattamente a metà, portandosi dietro, sotto le macerie, la piccolina. A distanza di decenni mia nonna temeva talmente i temporali notturni che si alzava dal letto e si andava a rinchiudere nel ripostiglio del primo piano, per sentirsi al sicuro, con una candela accesa e tante preghiere tra le labbra.
E così stanotte, alle tre, mi sono svegliata. senza alcun motivo, e la mia mente è andata a quelle persone che si sono addormentate alla sera, per non svegliarsi più, a chi ha perso genitori o figli, a questo meraviglioso paese ricostruito con tanti aiuti da Genova e con  tanta buona volontà dai sopravvissuti  e sono ancora più prgogliosa di fare parte di questa stirpe di persone, così forte e coraggiosa, che è riuscita a risollevarsi dopo la catastrofe, che si è aiutata, che è stata capace di andare aventi.





Ma senza dimenticare.

martedì 26 agosto 2014

" E' DENTRO NOI UN FANCIULLINO" G. PASCOLI

Da subito.
Sentita e amata, entra per le vie delle emozioni e non ne esce più, ti si stringe addosso come un comodo cappotto nelle giornate più fredde e ti si stropiccia sulla pelle come le tue lenzuola preferite, ma questo l'ho già detto.
Cosi,  giorni fa, ho avuto la fortuna di fermarmi, sedermi davanti al fisso e gustarmi quel video che di solito accendevo per poi girare per casa a fare dell'altro: è stato strabiliante nella sua semplicità, un'idea antica come il mondo buttata dentro una storia di neanche cinque minuti che mi ha fatta rimanere attaccata allo schermo, con gli occhi lucidi, fino alla fine e la fine è sorprendentemente dolce, ma non quella dolcezza retorica o nostalgica, ma viva ed esuberante che ti fa venire immediatamente voglia di essere anche tu una di loro.

Fermatevi cinque minuti e godetevelo, perchè ne vale davvero la pena.


Video di Hoppipolla dei Sigur Ros

lunedì 4 agosto 2014

TUTTO TORNA



E' che a volte dimentico. Dimentico di comprare la pasta, dimenticavo di avere feste di compleanno alle quali accompagnare i figli e dimentico le passwords, così mi sono ritrovata orfana di blog e c'erano mille cose che avrei voluto scrivere, come di quella volta che c'era un mare così limpido che faceva innamorare, o di quando l'acqua piovana delle pozzanghere rifletteva colori e serenità, di quando una giovane donna correva con una canottiera rosa, del compleanno di mia figlia, di mia madre e di tutte quelle piccole cose che fanno del quotidiano una realtà.
Poi un'illuminazione, mentre stavo  preparando la cena e la mia mente era in tutt'altre faccende affaccendata, eccola lì, in un angolino, spunta netta e precisa, offesa che me la fossi dimenticata per tutto questo tempo, così, per farmi perdonare, l'ho invitata a cena e l'ho subito usata, prima che arrabbiata e mortificata, decidesse di abbandonarmi un'altra volta.

 E così ecco una velocissima carrellata di tutto quello che avrei voluto raccontare



E lo devo proprio dire, la dura vita della blogger mi è davvero mancata.

domenica 23 marzo 2014

PRIMAVERA IN MARE

Tra me e il vento non c'è stata mai grande simpatia, anzi,  l'unico motivo che me lo rende a malapena sopportabile, l'unico pregio che riesco a riconoscegli è quello che è capace di agitare il mare, che non è roba da poco in fondo. L'imperatore mare che rimane imperturbabile davanti a tutti gli eventi, che se ne frega altamente di quello che succede al di fuori delle sue acque, viene scombussolato solo dal vento. E' uno spettacolo che mi ha affascinato da sempre e che da sempre mi fa andare oltre a quello che vedo, viaggiando con l'immaginazione ed il pensiero e arricchendo le immagini di significati che poi pribabilmente neanche gli appartengono, ma che mi terrebbero ad ammirare lo scenario per ore, affascinata e dimentica del tempo, con gli spruzzii che arrivano a bagnarmi anche se sono lontana, l'odore di salsedine che mi rimane sulla pelle e nei capelli per ore e la pelle secca, come se ammirare questo spettacolo costasse l'avere addosso un suo ricordo, come un tatuaggio, almeno per un pò.

E così stamani non ho potuto resistere e, armata di iPhone (santo subito) e di marito ( santo subito pure lui) sono andata allo spettacolo che la natura stava ragalando









E sarei rimasta a scattere foto per ore e a sentire mio marito ci sono rimasta, ma come resistere a tanta perfetta e reale bellezza?

mercoledì 5 febbraio 2014

E POI ARRIVA FACEBOOK

Capita che mi ritrovi a pensare ai vecchi tempi e, devo dire la verità, non posso farne a meno quando guardo la gioventù di adesso, ricca di tecnologia e palestre e povera di aria sana e puro divertimento, che trascorre le proprie giornate davanti ad uno schermo del computer o della play station e che si sbucciia i polpastrelli della dita sui tasti e non le ginocchia sull'erba, giocando a guardie e ladri o correndo a nascondersi.  Oltretutto abito nel paese in cui sono nata, così che non è poi tanto difficile per me passare davanti alla casa che mi ha visto crescere, in quella zona piena di memoria e rivedermi mentre busso sul pavimento con le gambe della sedia alla mia amica del cuore che abita nell'appartamento di sotto, per invitarla a giocare, oppure sorridere al pensiero di lei che bussa con il manico della scopa al soffitto, per chiamarmi a giocare da lei. Ma tutto finisce lì.
Noi abbiamo traslocato, andando ad abitare un pò più lontano, qualche anno dopo anche lei ha cambiato casa e paese e si fa presto a dire "tanto noi rimarremo amiche per sempre", le contingenze della vita ti portano altrove, e, piano piano, non saprei neanche dire come o quando, non ci siamo sentite più.
Finchè decido di aprirmi facebook, un pò perchè il pomeriggio era lungo e piovoso, proprio come oggi e un pò per pura curiosità, e così comincio a cercare persone che conosco e che mi fa piacere avere tra le amicizie, ma, soprattutto, mi improvviso investigatrice. E quindi indago. Cerco le vecchie amiche con l' assoluta certezza che tanto, alla mia età, chi vuoi che si sia fatto facebook, a parte me, ovviamente. E invece, oplà, eccola lì, bella come il sole, che sorride nelle foto e che mi riporta indietro nel tempo e mi sembra di avere tra le mani quella sedia e mi viene voglia di bussare di sotto che, chissà, magari mi riponde, e viene su  e mi si stampa in faccia  un sorriso, un sorriso di quelli beati che a volte vedi in viso alle persone quando cammini per strada e pensi che - toh, le deve essere capitato qualcosa di veramente bello per sorridere in quel modo- e allorta sorridi anche tu che la serenità è contagiosa.
E così ci siamo incontrate ed emozionate e raccontate, ci siamo abbracciate e commosse, abbiamo ricordato, ma soprattutto, quello che mi ha davvero sbalordito, è che è stato come riprendere un discorso interrotto la sera prima, come quando ci salutavamo, io salivo le scale e dopo poche ore ci si incontrava di nuovo. Forse alle amicizie vere succede così, nessun filo interrotto, le parole sono venute da sole e il tempo trascorso si è fatto da parte; un caffè ed era finito il pomeriggio, che spero davvero essere uno dei tanti.
Benritrovata amica mia.


sabato 28 dicembre 2013

CHRISTMAS TIME


Amo le feste, in genere. Le mie amiche mi chiamano per organizzare i compleanni dei loro figli, le maestre mi usavano spudoratemente nei periodi prefestivi e spesso trascorrevo il sabato mattina a scuola a preparare sorprese, cartelloni e recite. I miei figli sono nati antrambi in estate e quindi è sempre stato impossibile festeggiare il compleanno con tutti i loro compagni, così, al rientro a scuola, mi ero inventata la "festa di non compleanno" tanto per dire quanto sia svergognato il mio amore per tutto ciò che è festa.
 Figurarsi quindi la festa per eccellenza : il Natale.




In tutte le case si è mangiato, cantato, amato, scartato regali e impacchettati altri, si è stati insieme, riuniti intorno al tavolo o al camino, ad ascoltare storie o a raccontarne.
C'è qualcosa più bello di questo?

Buone Feste a tutti

lunedì 23 dicembre 2013

RACCONTI

La incontro spesso in paese, ci scambiamo chiacchiere e saluti leggeri, ma era parecchio tempo che non andavo a trovarla a casa. Lei è la mia zia ottantottenne, chiacchierona e allegra, con lo sguardo vispo che racconta di luoghi e tempi esistiti prima di me e di storie che adoro e che starei ad ascoltare in eterno. Entrare in quella casa che mi ha visto piccola, con la mia nonna preferita, è stato suggestivo ed emozionante. La sala dal pavimento a mattonelline colorate di beige e di nero, il camino, la veranda con l'albero di Natale che se no il cane ne fa una strage, le luci nel giardino pieno di ricordi belli, il ritratto della mia splendida nonna sedicenne appeso al muro, con uno sguardo così uguale a quello di mia figlia da farmi sussultare, la cucina  diversa da come la ricordavo, eppure con gli stessi identici rumori: le fronde dell'albero davanti alla grande finestra che sembrano darmi  il benvenuto con le loro braccia allegre, il ronzio del frigorifero, il telefono nel solito punto. E poi gli odori, i profumi e gli scricchiolii del legno, sembravo uscita di lì la sera prima in braccio ai mei genitori, con mia nonna che, con uno scialle scuro in testa, mi accompagna al cancello promettondomi che l'indomani mattina, presto, sarei tornata. Amavo quell'atmosfera di casa vissuta e piena di gente, viavai continuo di parenti vicini e lontani e sono certa che l'amore che ho per la mia famiglia sia nato lì, da loro. Loro che avevano il culto dell'accoglienza, con i Natali dove eravamo talmente in tanti che si apparecchiavano due enormi tavoli, dove si incominciavamo a prepare le centinaia di ravioli settimane prima e poi  mia cugina ed io andavamo a giocare nelle scale che portavamo di sopra e ridevamo a crepapelle per niente, fino alle lacrime Piene di gioia e serenità. Piene di buonumore e sicurezze.
E così oggi mi ha raccontato di quando da giovane, con mio padre, giocavano insieme ad un gatto grigio che si chiamava Barbablu, perchè la prima volta che l'avevano visto era notte fonda e il grigio sembrava blu, mi ha raccontato di quando in tempo di guerra si facevano coraggio stando a chiacchierare a letto, fino a tardi, inventandosi storie paurose, che tanto niente poteva fare più paura di quello che stavano vivendo nella realtà, di quanto ami il suo cane, di come sia divertente ed intelligente, mi ha raccontato storie su mia nonna, già conosciute, ma con particolari minuziosi, come se, più il tempo passa, più i vecchi ricordi hanno paura di essere dimenticati, e allora la incalzano, sempre più da vicino, per accorciare le distanze. Lo sguardo che va oltre me, come se Barbablu fosse in quella stanza e lei e mio padre due ragazzini che ci giocano insieme e io vorrei stringerla forte, dirle che i ricordi che ho con lei e in quella  casa sono tra i miei ricordi più belli, che so che mi vuole bene e che anche io gliene voglio tanto, ma la conosco troppo bene, per non sapere che mi direbbe se sono matta o impazzita e allora mi tengo tutto questo per me, me lo ributto nella pancia e rimango a guardarla e ad ascoltarla mentre con la sua voce, sonora e tremolante identica a quella di mia nonna, mi racconta parte della sua vita e io mi sento così onorata di poterla ascolare e così orgogliosa di averne fatto e di farne parte che me ne vado a malincuore, come quando ero bambina e non me ne volevo andare, perchè quella casa ha da sempre esercitato su di me un effetto positivo e favorevole, come solo le cose buone sono capaci di fare.