mercoledì 5 febbraio 2014

E POI ARRIVA FACEBOOK

Capita che mi ritrovi a pensare ai vecchi tempi e, devo dire la verità, non posso farne a meno quando guardo la gioventù di adesso, ricca di tecnologia e palestre e povera di aria sana e puro divertimento, che trascorre le proprie giornate davanti ad uno schermo del computer o della play station e che si sbucciia i polpastrelli della dita sui tasti e non le ginocchia sull'erba, giocando a guardie e ladri o correndo a nascondersi.  Oltretutto abito nel paese in cui sono nata, così che non è poi tanto difficile per me passare davanti alla casa che mi ha visto crescere, in quella zona piena di memoria e rivedermi mentre busso sul pavimento con le gambe della sedia alla mia amica del cuore che abita nell'appartamento di sotto, per invitarla a giocare, oppure sorridere al pensiero di lei che bussa con il manico della scopa al soffitto, per chiamarmi a giocare da lei. Ma tutto finisce lì.
Noi abbiamo traslocato, andando ad abitare un pò più lontano, qualche anno dopo anche lei ha cambiato casa e paese e si fa presto a dire "tanto noi rimarremo amiche per sempre", le contingenze della vita ti portano altrove, e, piano piano, non saprei neanche dire come o quando, non ci siamo sentite più.
Finchè decido di aprirmi facebook, un pò perchè il pomeriggio era lungo e piovoso, proprio come oggi e un pò per pura curiosità, e così comincio a cercare persone che conosco e che mi fa piacere avere tra le amicizie, ma, soprattutto, mi improvviso investigatrice. E quindi indago. Cerco le vecchie amiche con l' assoluta certezza che tanto, alla mia età, chi vuoi che si sia fatto facebook, a parte me, ovviamente. E invece, oplà, eccola lì, bella come il sole, che sorride nelle foto e che mi riporta indietro nel tempo e mi sembra di avere tra le mani quella sedia e mi viene voglia di bussare di sotto che, chissà, magari mi riponde, e viene su  e mi si stampa in faccia  un sorriso, un sorriso di quelli beati che a volte vedi in viso alle persone quando cammini per strada e pensi che - toh, le deve essere capitato qualcosa di veramente bello per sorridere in quel modo- e allorta sorridi anche tu che la serenità è contagiosa.
E così ci siamo incontrate ed emozionate e raccontate, ci siamo abbracciate e commosse, abbiamo ricordato, ma soprattutto, quello che mi ha davvero sbalordito, è che è stato come riprendere un discorso interrotto la sera prima, come quando ci salutavamo, io salivo le scale e dopo poche ore ci si incontrava di nuovo. Forse alle amicizie vere succede così, nessun filo interrotto, le parole sono venute da sole e il tempo trascorso si è fatto da parte; un caffè ed era finito il pomeriggio, che spero davvero essere uno dei tanti.
Benritrovata amica mia.


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