venerdì 24 maggio 2013

PERCHE' IO VALGO.

Sono basita.
Il termine giusto sarebbe esterefatta, sconvolta, di sasso insomma.
Pensavo che, almeno raggiunta un'età considerevole, che dai più è chiamata quella della maturità, la gente la smettesse di farsi prendere dalla  fregola del diimostrare agli altri, più che a se stessa. Ad un certo punto della vita, se si cresce normalmente, si apprezzano le proprie azioni e si rende alla propria coscienza l'importanza che merita, si chiama etica del vivere, morale, dignità, onore, datele il nome che vi pare, se vivessimo nell'antica Grecia si chiamerebbe onestà e ne erano pieni i loro eroi, eh si che di eroi loro se ne intendevano un bel pò.
Invece no.
Circola a velocità della luce la fregola dell'apparire.
Un esempio? Si tradisce il marito o la moglie, lo/la si vuole lasciare per un altro/a, si lasciano i figli piccoli ad amici per appartarsi con l'amante, ma, davanti agli occhi degli altri, si sventola come una ridicola bandiera di uno stato che non esiste più , l'amore per quel coniuge che si voleva abbandonare e per quel figlio che si voleva lasciare senza un padre o una madre.
Un altro esempio? Ci si reca in chiesa tutte le domeniche ( dove si è promesso amore eterno al cornuto/a di cui sopra, ma passiamo oltre), ma, appena un'anziana parente entra in una casa di cura, ancora viva e vegeta ( ci tengo a sottolinearlo) e con un cervello che probabilmente rispetto al loro sfiora le vette acrobatiche  di quello di Steve Jobs, questo genere di persone che fa? Incomincia ad agitarsi, tirando somme, prendendo misure, come se ormai l'anziana signora già non ci fosse più. Ma che schifo.
Ovviamente guai a parlarne con qualcuno: sei la solita stronza, va bene, allora passiamo per la solita scema, continuiamo a vederci passare accanto gente con il registro da commercialista sotto il braccio se sono in sentore di funerali, come gli avvoltoi quando adocchiano una preda, continuiamo ad accettare passivamente, al limite prendendoli bonariamente in giro scuotendo la testa quando si parla di loro Eppure si tratta solo di dare  un valore a noi stessi , di volerci bene, da non svenderci al primo venuto o al primo soldo che ci sventola davanti al naso, magari andare una volta di meno in chiesa, ma bussare una buona volta alla porta della nostra intelligenza e dei nostri scrupoli. Non è forse questo che dovremmo insegnare ai nostri figli? Rispetto per noi stessi e le nostre scelte e per gli altri? E non si insegna forse con l'esempio? Poi tutti si sbaglia, ma c'è la presa di coscienza dell'errore e un conseguente ed intelligente comportamento, invece al giorno d'oggi si è portati a dimenticare facilmente, a fare finta di nulla davanti agli altri, per fare credere ciò che non è, come se il solo fatto che il pubblico applauda ti pulisca coscienza, rimorso e e memoria. Eppure è, o almeno sembra, così facile essere coerenti, non tanto, ma quanto basta per non prenderci in giro e per non fare vivere i nostri figli in bilico tra quello che è e quello che sembra.
 Mah. forse la faccio troppo facile, forse in questo periodo ne vedo talmente tante di cag....ehm cavolate che non posso credere ai miei occhi, forse sono stata fortunata io ad incontrare un uomo come mio marito e lui una come me, uguali, due persone che mettono davanti prima l'essenza e poi l'apparenza, è forse il collante più forte che abbiamo, la qualità che più ci unisce. Poche balle.
Mi sento comunque in grado di potere dire che svegliarsi alla mattina, guardarsi allo specchio e piacersi (dentro eh! ;)) da impazzire, non ha prezzo, per tutto il resto, davvero, c'è Mastercard.



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