lunedì 12 dicembre 2011

C' ERA UNA VOLTA

Il vecchio negozio dei giocattoli del mio paese chiude, i gestori sono molto anziani ed i figli, ormai cresciuti, lavorano lontano. Al suo posto, si dice, verrà aperta una parrucchiera, l'ennesima, eppure, a vederci, noi donne di paese non sembriamo particolarmente attente all'acconciatura, tant'è, con questa, sono undici le parrucchiere e continuano a proliferare.
Invece"da Silvano" chiude. Mi ricordo quando ci passavo daventi, da piccola, con mia mamma che mi doveva tirare per farmi camminare, perchè mi attaccavo alla vetrina, ammirando dei cartoncini di plastica pieni di pentolini colorati, oppure l'album dei trasferelli, o delle nuovissime matite, o quella penna che se schiacciavi i bottoncini scriveva con tutti i colori diversi. Poco più in giù c'era la vecchietta che faceva le mondine, tutte le volte che si usciva dal catechismo ci si  fermava a comprarle, a noi bambini ne regalava sempre qualcuna, che buono l'odore ed il ricordo del sacchetto bianco di carta che ti si stropicciava tra le mani, caldo e profumato. Penso a quando avevo l'età che ora ha mia figlia, ero in quarta superiore, studiavo e poi alle sette cominciava "Happy days", amavo i fotoromanzi (ma esistono ancora?) con Franco Gasparri e  Claudia Rivelli. Spesso veniva a giocare da me la ragazzina del piano di sotto, Barbara,  avevamo i nostri segnali segreti ( o così pensavamo) per parlarci o chiamarci, io battevo piano una sedia e lei rispondeva con il manico della scopa ;). Ricordo tutto, ma proprio tutto, con nostalgia, dalle paure per le interrogazioni e i saggi ( allora si chiamavano così), alle influenze trascorse a letto con spremute e giornalini da leggere, che era una meraviglia quando cominciavi  a stare un pò meglio e potevi goderti il riposo viziata e coccolata, ora invece il primo giorno che i bimbi sono sfebbrati vengono mandati a scuola, come se non potessero perdere nemmeno un giorno, sia che frequentino la quinta liceo che il primo anno d'asilo, è come se i genitori avessero la frenesia di farli uscire e la convalescenza si fa a scuola. Ricordo la fantastica pasticceria vicino alla scuola, dove, ben più di trent'anni fa, scoprii i succulenti bomboloni ripieni di cioccolato, era un enorme locale, tutto vetri e profumi buoni, solo entrare lì ti dava la carica giusta per affrontare una mattinata chiusa in un'aula. E poi i film visti tutti insieme davanti alla televisione, il profumo di cioccolato della farina lattea di mio fratello, i 45 giri ascoltati nel mangiadischi rosso, le prime cassette, i primi Battiato e Baglioni.
E' da quando ho saputo che Silvano chiude, che la mia mente va là, a me  piccola o adolescente, con rimpianto e nostalgia, perchè i tempi sono passati, perchè non torneranno mai più, perchè i giovani oggi hanno tutto, ma in realtà non hanno niente, perchè c'è un'età in cui ci si vorrebbe fermare per sempre, perchè nella vita incontrerai persone che ti vorranno bene, ma mai come i tuoi genitori...mah...forse è solo che non voglio un' altra parrucchiera in paese.

2 commenti:

  1. Ho letto tutto d'un fiato..per un attimo mi sembrava di essere con te in questi ricordi..e ti ricordi quanti giochi fatti in piazza,i giri in bicicletta, il vino imbottigliato , le ginocchia sbucciate...offffff..penso anche io che un'altra parrucchiera sia di troppo..
    a presto,Monica

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  2. bellissimo post !Un abbraccio da Aurora

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