martedì 22 ottobre 2013

AMO

E così siamo partiti, sembrava lontanissimo da arrivare il diciotto di ottobre, quando, a giugno, abbiamo comprato i biglietti, invece eccolo lì, bello come il sole, caldo da fare paura e pronto ad accoglierci per l'impresa. Abbiamo lasciato a casa una figlia febbricitante, ma altrimenti che gusto c'è ad essere genitori, e via. Firenze dista poco da qui, in poco più di un'ora l'abbiamo raggiunta, ci siamo messi davanti ai cancelli del Palaforum che sulla piazza antistante aveva stand pieni di panini e giochi, un pò come essere in fiera.


Una volta dentro il palazzetto si è riempito in un attimo, si sono spente le luci ed è cominciato


E' entrato lui, Renato Zero, ha cantato alcune canzoni dei tempi passati, poi si sono alzate le tende bianche e la fantastica orchestra., diretta da Renato Serio, è entrata in scena. Che dire? L'emozione non si racconta, si vive, ha cantato canzoni nuove e meno recenti, ha parlato come sa fare lui, con senso ed umiltà e ha dato voce a tutto quello che penso sui giovani d'oggi troppo spesso sottovalutati da genitori che danno importanza solo all'apparenza, al valore di essere noi stessi, alla faccia di quello che pensano gli altri,  ha parlato della necessità di essere onesti, sinceri e coerenti nella vita, come nel quotidianio, della rilevanza delle piccole cose, di essre allegri e ironici, soprattutto con noi stessi e ha avuto un pensiero per tutti quelli che non ci sono più, da Bigazzi che ha scritto per lui "Un' apertura d'ali" un intenso e poetico brano del suo ultimo disco, accompagnato da un altrettanto meraviglioso video, girato all'interno del carcere femminile di Latina, per arrivare a Gabriella Ferri, a Lucio Dalla, a Pavaraotti, e mentre cantava " Il cielo", dietro di lui scorrevano sul megaschermo i loro nomi, e ha raccontatao aneddoti su Lucio Dalla e su Giancarlo Bigazzi e si è riso insieme e, soprattutto ricordato.insieme. Ho cantato fino a rimanere senza voce, ballato sugli spalti da rimanere in mezze maniche dal caldo, battuto le mani fino a farmele bruciare. E poi, alla fine, mi sono ritrovata le gambe che correvano verso il palco e mio marito dietro che mi gridava ma dove volevo andare e mi ci sono ritrovata sotto, ho scattato foto e mi sono ritrovata in mezzo a ragazzine che avevano meno di mia figlia, a miei coetanei, a persone anziane, a disabili in carrozzina, a persone cieche tenute per mano e ho pensato che se una piccolissima parte, ma solo un' infinitesima, minuscola parte di tutta quella sana energia positiva,  fosse riuscita ad infilarsi in una spiraglio ed uscire, il mondo sarebbe stato migliore.


Alla prossima, Renato.

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